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“Mio figlio è uscito per andare a scuola e non è più tornato”


“Mio figlio è uscito per andare a scuola e non è più tornato”: queste sono le parole della madre di Lorenzo Parrelli, diciottenne deceduto il 21 gennaio durante il suo ultimo giorno di PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali Obbligatorio, l’ex Alternanza Scuola-Lavoro) nell’Udinese. Come associazione facciamo sentite condoglianze alla famiglia del ragazzo: se è ingiusto morire sul lavoro, lo è ancora di più morire a scuola.


Questa morte sarebbe stata evitabile se in questi anni non si avesse intrapreso la rotta dell’Alternanza Scuola-Lavoro (ASL), la quale è stata voluta fortemente dall’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi, all’epoca Segretario del Partito Democratico, durante la cosiddetta riforma della “Buona Scuola”. La nostra esperienza associativa è formata anche da giovani che oggi come allora si opponevano a questa decisione che avrebbe portato allo sfruttamento della classe studentesca: ci dispiace aver avuto la lungimiranza di essere nel giusto. Quando con il governo Gentiloni l’ASL è stata cambiata in PCTO non sono state fatte modifiche strutturali a vantaggio degli studenti se non una diminuzione di ore, purtroppo la volontà di educare le nuove generazioni allo sfruttamento è rimasta e non si è voluta tracciare una linea nitida su cosa sia la formazione e cosa lo sfruttamento. Pochi giorni fa ne abbiamo visto il triste epilogo, anche se questa era una morte già annunciata, data la quantità di segnalazioni di incidenti accaduti durante l’ASL/PCTO (senza contare poi la quantità mastodontica di incidenti che non sono stati segnalati, anche a causa della pressione degli istituti verso gli studenti).


Quelle del Ministro Bianchi sono lacrime di coccodrillo, poiché in quasi un anno di operato non ha mai messo mano al PCTO, nonostante la pericolosità di questa norma fosse pressoché alla luce del sole. Caro Ministro, perché non si pensa a definire in modo più stringente le attività che si possono svolgere nel PCTO? Ricordiamo che il PCTO non prevede necessariamente l’attività lavorativa (non retribuita) all’interno di una azienda, ma è possibile far ricadere nel PCTO anche tutti quei processi formativi specifici dell'indirizzo scolastico, come laboratori o approfondimenti, atti anche a orientare verso l’università o il lavoro. Eppure questi percorsi “alternativi” che non richiedono l’attività in azienda degli studenti sono in netta minoranza, visti gli scarsi fondi che vengono dati alle scuole. Eppure il Dirigente Scolastico, che con la Buona Scuola è diventato più simile ad un manager che ad un preside, ha la responsabilità di assicurarsi che il processo educativo e formativo si svolga al meglio: ma quante volte un Dirigente Scolastico avvia questi percorsi più sicuri per gli studenti e più utili? Quasi mai. I fondi scolastici sono sicuramente pochi, ma i Dirigenti stessi ostacolano, specie negli istituti professionali, i quali sono spesso frequentati da studenti provenienti da classi sociali meno agiate, l’avviamento di una visione alternativa del PCTO, senza battersi mai fino in fondo per l’ottenimento di maggiori fondi e senza mai schierarsi dalla parte degli studenti quando il diritto allo studio viene calpestato.


Il PCTO è uno strumento che andrebbe quantomeno ridisegnato, se non abbattuto. Tutta la responsabilità è messa in carico all’azienda che ospita lo studente (il quale dovrà lavorare gratuitamente), senza però assicurarsi effettivamente che l’impresa possa mettere a disposizione un tutor che segua lo studente nella formazione lavorativa. Per le PMI, le quali rappresentano la maggior parte del tessuto economico del nostro Paese, non sono, per loro stessa natura, nelle condizioni di poter sostenere una situazione del genere e di poter assumere un lavoratore che si occupi esclusivamente della formazione dei ragazzi e delle ragazze in PCTO. Perché i criteri per l’accreditamento non sono più stringenti? Perché non viene richiesto all’impresa di avere un responsabile della formazione apposito per gli studenti in PCTO? Perché non si istituisce una certificazione per dimostrare tutto questo come avviene per le scuole paritarie?


Ora vogliamo chiamare in causa ogni istituzione che si occupa di scuola, compresi il Presidente della nostra Regione Stefano Bonaccini e la Vicepresidente Elly Schlein, i quali hanno firmato il manifesto “Emilia Romagna x il futuro”, dal Ministro Bianchi fino agli Assessori e alle Assessore con delega alla scuola, dal corpo docenti ai Dirigenti Scolastici e invitarvi non solo a provare vergogna nel lavoro che non avete svolto, ma anche ad adoperarvi affinché questa situazione sia solo una pagina buia della storia della scuola italiana. Noi, come Supernova APS, siamo e rimarremo dalla parte dei giovani e ci impegnamo a combattere situazioni di sfruttamento sul lavoro e in alternanza.


Per Lorenzo, per Luana, per Adil e per ogni persona che è morta sul lavoro o per difendere i propri diritti.



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